Come distruggere il Pianeta in 10 mosse

Siamo abituati a credere che una guerra produca esclusivamente vittime umane e danni materiali; raramente immaginiamo il costo che l’Umanità paga in termini di risorse più invisibili, quelle ambientali, che ci sottrae gradualmente l’uso del patrimonio naturale. Per molto tempo i governi guerrafondai e le agenzie di stampa che facevano da loro portavoce, hanno provato a farci credere che le guerre sono la strada più breve per la risoluzione dei conflitti che, inevitabilmente e periodicamente, nascono negli Stati o fra Stati. E di qui è nata una silenziosa accettazione del concetto di guerra e dell’uso delle armi, soprattutto quelle di più rapido intervento, il cui impiego ha conseguenze spesso ignote i più. Oggi, a distanza da 70 anni dalla stesura della Costituzione Italiana e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, questo assenso silenzioso alla guerra ha prodotto effetti devastanti che non possono essere occultati e il ripudio di questo strumento disumano è diventata una necessità, non solo un dovere morale ed etico, perché ad ogni guerra non viene meno solo una parte di Umanità, ma anche una parte del nostro mondo naturale.

I danni registrati sul patrimonio ambientale a seguito dei conflitti armati degli ultimi decenni, laddove si è fatto largo uso di armi chimiche e proiettili a testata nucleare, sono tanti e tali che il danno biologico si è diffuso e moltiplicato sulla natura, sulle fonti primarie della vita e su tutti gli esseri viventi, a distanza di anni.

L’“Atlante dei conflitti e delle guerre del mondo”, storica pubblicazione annuale dell’Associazione 46simo Parallelo di Trento, diretta dal giornalista RAI Raffaele Crocco, sarà ancora una volta partner del nostro Festival e testimonierà l’effetto, anche dilazionato nel tempo, delle guerre moderne, sottolineando come le cause di conflitto siano sempre più spesso legate all’intento di appropriarsi di risorse primarie (acqua, terra, materie prime, etc) e che gli effetti “collaterali” portano danni permanenti al mondo che ci circonda e al clima globale, con ipoteche perenni sul futuro del Pianeta e delle future generazioni.

A discutere di natura e guerra, nella serata di giovedì 21 novembre, dalle ore 18.30 allo Spazio Comunale Piazza Forcella, ci saranno il politologo Roberto Savio, Giovanni Visone di Intersos, i giornalisti del centro Documentazione sui Conflitti Ambientali e l’Associazione delle Vittime Civili di Guerra