IMG_5679[1]L’abbiamo chiamata “Anteprima del 6° Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli” ma in effetti è stato un vero e proprio confronto aperto con gli studenti di Diritto del dipartimento di Giurisprudenza della “Federico II”, quello che si è tenuto ieri mattina nell’aula 4 della sede universitaria di via Marina 33. Accolti dai docenti della cattedra di Diritto Penale, Moccia e Cavaliere, siamo stati ospiti e protagonisti di una sessione di lavoro che ha visto presenti quasi duecento giovani attentissimi, come ha ribadito più volte Giovanni Carbone, che è stato il moderatore e l’ispiratore di questo appuntamento. Partner della giornata, l’associazione Antigone, uno degli attori più importanti, nel panorama nazionale, del dibattito sullo stato delle carceri italiane; la presenza del suo presidente Patrizio Gonnella e del presidente di Antigone Napoli, l’avv. Mario Barone, ha dato una misura concreta del contributo che la società civile può dare all’accademia e al processo formativo dei giovani avvocati, confermando che il Festival può fornire, grazie ai suoi legami col mondo delle associazioni, una preziosa integrazione del percorso didattico della scuola e dell’università. “Il carcere invivibile”, questo il nome dell’evento, ha mostrato  quante deformazioni ha subito il processo di pena e di rieducazione negli ultimi anni, a volte sotto la spinta di alcune derive securitarie interpretate dalla peggior politica di questi ultimi anni. Le carceri riflettono oggi, come negli anni cinquanta, l’inadeguatezza generale della nostra società di rispondere al disagio economico e sociale che allarga ogni giorno le fila della criminalità diffusa. Il sistema penale spesso risponde con norme che non producono né più sicurezza né più giustizia, finendo per riempire le carceri solo di gente disperata.  Gonnella e Barone hanno avuto buon gioco a dimostrare che la proposta delle tre leggi di iniziativa popolare, presentata da Antigone ed altre associazioni, potrebbe essere un primo intervento strutturale in tal senso, ma la risposta dei docenti dell’Ateneo napoletano è stata altrettanto franca: occorre sviluppare una più stretta collaborazione tra i docenti e ricercatori e società civile per affinare le forme e i contenuti di queste proposte normative che possono essere sensibilmente migliorate, perché si possa rispondere coralmente alle condanne dell’Italia da parte della Corte Europea dei Diritti Umani per trattamento inumano e degradante dei propri detenuti. Non vorremmo peccare di esagerato ottimismo, ma forse una nuova sinergia è nata oggi, tra i banchi di questa antica scuola di diritto, tra due protagonisti della scena del diritto. La giornata è stata conclusa dalla proiezione del film “il gemello” di Vincenzo Marra, ambientato nel carcere napoletano di Secondigliano, che ha dato modo agli studenti e ai docenti di integrare i contributi di Antigone e del Festival con impressioni e spunti di future collaborazioni.