GARGANTA KEVINNon sappiamo qual è il punto preciso delle controversie, né da dove vengono, né perché sembrano concentrarsi tutte negli stessi luoghi, quelli di sempre: piazza Kevin, Zavaleta, nella provincia di Buenos Aires, è uno di questi. Non lo sanno nemmeno le forze di sicurezza che, in teoria, dovrebbero sorvegliare e tutelare la sicurezza del quartiere.

Quello che sappiamo è che il 7 settembre 2013, a causa di una sparatoria tra narcos durata tre ore e nella quale sono esplosi 105 colpi di arma da fuoco, tra pistole e fucili, nascosto sotto il tavolo di casa sua, perdeva la vita Kevin, 9 anni, colpito da un colpo alla testa.

Dopo questo avvenimento che ha scosso l’intera comunità di Zavaleta, gli abitanti del quartiere si sono uniti affinché ciò non accada più e soprattutto non più nell’indifferenza comunicativa della quale sono vittime. Hanno così istituito un organo di controllo verso le forze di polizia inadempienti, non solo per comunicare e informare l’opinione pubblica, denunciando le inadempienze delle forze di sicurezza ma soprattutto per opporsi alla continua tragedia sotto un solo grande lemma: “Ni un pibe menos, ni una bala mas” (non un bambino in meno, ne una pallottola in più).

Dopo appena tre mesi dal tragico evento in cui ha perso la vita Kevin, siamo nuovamente testimoni di uno scontro a fuoco, anzi due, a distanza di poche ore.Garganta-web

La sera del 10 Dicembre 2013 sono stati feriti con colpi di arma da fuoco un uomo (38 anni) e un ragazzo (13 anni) rispettivamente alla spalla e alla mandibola; appena dopo la perizia balistica del corpo specializzato della polizia, lo scontro a fuoco si ripete, ferendo prima all’addome un ragazzo innocente che passava nel quartiere (16 anni) e poi perforando lo stomaco di un bambino di appena 2 anni tra le mura di casa sua.

Le forze di sicurezza, pur essendo a 100 metri dal luogo dell’accaduto hanno, come sempre, girato gli occhi altrove lasciando campo libero alle bande.

Nel contempo, questa zona è ignorata dai mass media che elemosinano un po’ di attenzione a Zavaleta solo quando ci scappa il morto mentre tutto il lavoro di denuncia dell’invivibilità di questo quartiere, portato avanti dal comitato di assemblee di vicinato chiamato la ‘Poderosa’, sembra non interessare loro.

Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, nel corso di questa edizione, ha acceso un riflettore sull’esperienza di Zavaleta grazie alla realizzazione di un progetto per un documentario realizzato dal regista napoletano Antonio Manco e che – ribadisce l’ autore – vuole non solo denunciare i fatti ma lavorare affinché si riduca lo stigma che essi portano per venire da dove vengono e dare risalto e valorizzazione a quelle iniziative che invece meritano di essere diffuse.

Tra queste, quelle promosse dai social network e soprattutto dal giornale mensile indipendente ‘la Garganta Poderosa’, una rivista curata dal collettivo di assemblee villere della capitale argentina.

E’ una attenzione, la nostra che, anche se a distanza, non intende interrompersi, almeno fino a quando lì, nell’indifferenza generale, bambini innocenti continueranno ad essere colpiti da pallottole infami.