RiaceA Riace, in provincia di Reggio Calabria, in questi giorni la nostra democrazia sta vivendo una grave emergenza. Dopo 20 anni di esemplare accoglienza per i migranti, ispirata dalla sensibilità di un uomo semplice e straordinario, Domenico Lucano, sindaco ininterrottamente dal 2004, oggi lo stesso “eroe” viene sorprendentemente tacciato di reati amministrativi e quindi costretto a chiudere il progetto Sprar.

Il “modello Riace”, ammirato fino ad ieri dal mondo intero come un esempio unico di ospitalità, alimentato da logiche estranee al mercato e all’assistenzialismo, scomparirà, se queste accuse andranno avanti. Qui non è in gioco l’onestà del Sindaco (che è fuori discussione), ma è sufficiente che il procedimento a suo carico si avvii e i fragili equilibri che reggono l’economia del paesino calabrese andranno in frantumi e sarà inevitabile la chiusura delle botteghe, delle scuole e la diaspora di centinaia e centinaia di migranti che vivono oltre i sussidi dello Stato, grazie all’autosufficienza che il “modello” ha prodotto in questi anni.

Chi ha paura di Riace? viene da chiedersi. Certamente Riace è un’anomalia che dà fastidio a molti, soprattutto a chi non vuole accogliere ed integrare, ma solo respingere chi chiede asilo, prima ancora che si imbarchi per l’Italia.

Distruggere il suo lavoro, spargendo dubbi sull’onestà del Sindaco di Riace, risponde ad una strategia già sperimentata, che mette a rischio la vita di rappresentanti istituzionali coraggiosi, mentre ci si dimentica troppo presto che questi uomini e queste donne vivono e lottano in aree ad altissima densità mafiosa ed effettuano scelte difficili, per impedire l’infiltrazione della criminalità organizzata nei progetti pubblici.

Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli ha seguito sin dal 2009 il lavoro di Domenico Lucano e ha deciso di rendergli omaggio con una manifestazione che si terrà al Maschio Angioino sabato 11 novembre alle ore 10.00 nella Sala della Loggia, alla presenza del Sindaco de Magistris e di padre Alex Zanotelli. Presenteremo il libro di Tiziana Barillà “Mimì capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace” assistiti dalla scrittrice e da Domenico Lucano.

Molte personalità della politica e delle istituzioni hanno dato la loro adesione, ma noi crediamo che sia necessaria una mobilitazione cittadina di tutti i movimenti che difendono i Diritti Umani, i migranti e le categorie più deboli per esprimere a Lucano la vicinanza della nostra comunità.

Ci rivolgiamo a tutta la Napoli solidale e “umana” per chiedere di aderire alla nostra iniziativa e assicurare una presenza numerosa ed appassionata.

Per aderire si prega di inviare una e-mail all’indirizzo info@cinenapolidiritti.it; i comunicati saranno aggiornati più avanti con l’indicazione di tutti i gruppi che parteciperanno.
È stato pubblicato altresì un post sulla pagina Facebook del Festival del Cinema dei Diritti Umani: si invita a condividere sia il presente appello, sia il post, in modo da collaborare alla pubblicizzazione dell’iniziativa e alla raccolta di adesioni.