FFF: l’impronta di Greta

I suoi detrattori dicono che sia una bambina sprovveduta e manovrata, ma a leggere con attenzione i comunicati con cui la piccola profeta svedese di 16 anni, Greta Thunberg, responsabile della creazione del più vasto movimento ambientale giovanile del mondo, il Fridays for Future (FFF), risponde alle autorità e a coloro che le chiedono come pensa di poter proseguire la sua lotta contro il cambiamento climatico globale, si comprende che Greta non chiede altro che di avere fiducia nella scienza. Forse i più riconoscenti con lei sono proprio i ricercatori e gli studiosi che da anni stanno cercando di allertare il mondo segnalando fenomeni devastanti ed evidenti come il buco nell’ozono, le isole di plastica, il disgelo dei ghiacciai e l’impronta ecologica globale. Greta non fa altro che agire da portavoce della Scienza, quella che riceve il Nobel e conserva i valori dell’Umanità che troppi hanno dimenticato, e non pretende di dire nulla di nuovo. Ma il grido di dolore di una ragazzina che vede il suo futuro rubato da una generazione cialtrona e ipocrita, che ha nascosto per anni i danni e gli sprechi di risorse pregiate e che lascia ai suoi figli un mondo oramai condannato a estinzione rapida, fa paura e in molti vorrebbero tacitarlo.

Greta si rivolge direttamente ai Governi e alle organizzazioni degli Stati affermando quello che dicono, da tempo, tante agenzie scientifiche internazionali, attendibili e inascoltate: “Viviamo come se avessimo a disposizione un pianeta quattro volte più grande”. Lo testimoniano i progetti che ogni Paese mette in cantiere per risolvere il proprio fabbisogno energetico e rispondere alle esigenze del modello di sviluppo economico, basato su un’espansione illimitata. Lo sfruttamento del petrolio, del gas, del carbone e di tante altre fonti energetiche primarie non è più possibile o, almeno, comporta contromisure urgenti per non superare il punto di non ritorno (ormai prossimo) che riequilibra il pianeta. È in gioco il diritto a vivere dei nostri figli e nipoti. Chi ha paura di Greta?

Il Festival del Cinema dei Diritti Umani offrirà uno spazio di ascolto e di confronto ai giovani del movimento Fridays For Future di Napoli e ai Teachers for Future, la mattina di venerdì 22 novembre dalle ore 9.30 nello Spazio Comunale Piazza Forcella. Sarà un’occasione di incontro con gli allievi di alcune scuole medie superiori della Città e per quanti vorranno ascoltare le testimonianze di padre Alex Zanotelli, missionario e attivista antinucleare, di Giovanni de Paoli, ingegnere ex ENEA esperto di energia e Michelangelo Russo, direttore del Dipartimento di Architettura della Università Federico II, studioso di ambiente.