Le prospettive del Festival di Napoli, il ruolo delle istituzioni e la cooperazione con altri sud del mondo

Grazie ai risultati ottenuti dalle prime edizioni del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, la Commissione dello Human Rights Film Network di Amsterdam, nella seduta plenaria del 23 novembre 2009, ha ritenuto che il Festival di Napoli potesse essere ammesso nella rete sostenuta da Amnesty International, affiancando le altre città del mondo che compongono il circuito.

Sin dalla prima edizione, le opere ispirate a Napoli sono state ospitate dal Festival di Buenos Aires in una sezione speciale chiamata “Ventana sobre Napoles” che racconta agli argentini il lavoro svolto dalle associazioni napoletane e dai registi che descrivono la città e la sua evoluzione. Si tratta di un momento particolarmente intenso di scambio culturale che consente una vera e propria cooperazione tra associazioni e gruppi omologhi dei due Paesi (Università, imprese di produzione cinematografica, gruppi di interesse, artisti etc) e ha già dato numerosi piccoli frutti. Per questo motivo, ogni anno, “Cinema e Diritti” ha organizzato, dal 2009 al 2013, una missione a Buenos Aires in occasione del Festival DerHumALC, coinvolgendo numerose associazioni della rete e singoli artisti che hanno accompagnato i vincitori della manifestazione precedente e portato la loro testimonianza attiva nella capitale argentina. Questa iniziativa molto apprezzata dagli operatori culturali dei due Paesi, è stata parte integrante del Festival.

Tutto ciò di cui abbiamo parlato finora necessita costantemente di sponsorship importanti, di contributi istituzionali e di fondazioni, enti e associazioni che hanno a cuore il destino della Città di Napoli, ma anche dell’intero Mezzogiorno d’Italia che guarda a Napoli come depositaria di tradizioni uniche.

I risultati raggiunti dal lavoro costante di “Cinema e Diritti” e dalle associazioni della sua rete di sostegno, sono apprezzabili e visibili e non riguardano solo il Festival, ma sono distribuiti durante tutto l’anno. Si tratta di un’esperienza unica, che, al momento, non si avvale di sponsor stabili né di assidui finanziamenti europei o istituzionali,  che andrebbe sostenuto con aiuti materiali non solo di denaro, quanto piuttosto di agevolazioni agli scambi culturali e richiede l’impegno diretto di molti attori sociali a cui, naturalmente, è dedicato questo disegno di democrazia partecipata.

L’obiettivo comune rimane quello di portare Napoli al centro del Mediterraneo e del mondo, trasformando i suoi problemi e le sue debolezze in grandi opportunità che potrebbero far incontrare tutti i Sud del Mondo attorno ad un tavolo ideale che comprenda istituzioni, associazioni, imprese e semplici cittadini per consentire una circolazione più libera e agevole delle informazioni che riguardano le trasformazioni sociali in atto, perché senza l’informazione anche gli altri diritti sono terribilmente mutilati e ogni decisione è falsata da gravi squilibri.

Tutto ciò non è una speranza ma una realtà a portata di mano che funziona grazie all’impegno di decine di volontari e senza alcun obiettivo lucrativo, nell’epoca delle reti globali e della urgente necessità di una vera rivoluzione culturale che assicuri un futuro dignitoso al pianeta.