MARIO BOCCIA
Mario Boccia è un fotografo e giornalista specializzato in reportage di attualità internazionale. Dal 1990 si occupa di area balcanica e medio oriente pubblicando su testate italiane ed europee. E’ stato corrispondente e inviato de “il Manifesto” da Sarajevo, Belgrado, Pristina, Skopje, Bagdad, Dyarbakir, Gerusalemme, Beirut. Sue foto sono state utilizzate da ONG e Agenzie delle Nazioni Unite (UNHCR, COOPERAZIONE ITALIANA, ICS, OXFAM-Italia, etc.). Dalla sua fondazione, sostiene la Cooperativa agricola “insieme” di Bratunac: http://coop-insieme.com/

ATTILIO BOLZONI
Giornalista professionista dal 1983, corrispondente da Palermo di Repubblica, fu arrestato nel 1988 insieme al collega Saverio Lodato de L’Unità per aver pubblicato le rivelazioni del pentito Antonino Calderone, violando il segreto istruttorio. Furono assolti nel 1991 dall’accusa di peculato e amnistiati per quella di rivelazioni del segreto istruttorio. Nel 1995 ha scritto con Giuseppe D’Avanzo La giustizia è cosa nostra, dedicato al giudice Corrado Carnevale, accusato di aver “aggiustato” i processi per conto di Cosa nostra e poi assolto con formula piena dalla Corte di Cassazione. L’anno successivo i due giornalisti hanno scritto “Rostagno: un delitto tra amici”, dedicato all’omicidio di Mauro Rostagno, uno dei fondatori di Lotta Continua. Nel 2004 è stato uno degli sceneggiatori della miniserie televisiva Paolo Borsellino. Nel 2007 ha scritto, di nuovo assieme a Giuseppe D’Avanzo “Il Capo dei capi” su Totò Riina, pubblicato da BUR – Rizzoli. Dal libro è stata tratta la fiction tv omonima. Nel 2008 ha pubblicato sempre con BUR “Parole d’onore” in cui racconta storie di Cosa nostra tramite le voci stesse dei mafiosi. Di questo è stato realizzato anche uno spettacolo teatrale. Nel 2012 ha scritto “Uomini Soli: Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino” nel quale parla della vita dei quattro citati nel titolo. Nel 2009 ha ricevuto il Premio “È giornalismo” perché “da più di trent’anni racconta la Sicilia e la mafia”.

DANIELE CANEPA
Nato a Genova nel 1981. Laureatosi in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Genova nel 2005, ha insegnato Lingua Inglese fino al 2013 nelle facoltà di Medicina e Chirurgia e Ingegneria dell’Università di Genova, lavorando anche come revisore di testi per l’Università di Trento. Copywriter  per organizzazioni private, ha creato due blog che trattano di apprendimento dell’inglese, informazione, istruzione e società della conoscenza ed è stato autore di réportage sulla Bosnia Erzegovina, paese al quale ha iniziato a interessarsi in occasione di un viaggio compiuto nel 2012. Proprio durante tale esperienza ha conosciuto la storia di Boro, fondatore di Zelenkovac.

ANNUNZIATA CAMPOLATTANO
Laureata in Pedagogia e dirigente scolastica dell’Istituto superiore Francesco Saverio Nitti di Bagnoli, ha ricoperto diversi incarichi istituzionali tra i quali si ricorda la carica di Vicepresidenza della Commissione Nazionale per la Parità Uomo-Donna del Dipartimento per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri.

STEFANO CORRADINO
Nato a Savona l’11 marzo 1972, giornalista professionista dal 2003, direttore di Articolo21, giornale online per la libertà di espressione. Collabora con “Il fatto quotidiano”.

RAFFAELE CROCCO
Viaggiatore, giornalista, scrittore, documentarista. Ha ideato e dirige l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, oltre a lavorare per la Rai. Ha scritto per Il Gazzettino, il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione e Limes. È stato fra i fondatori di Peacereporter.

SYLVA D’AMICO
E’ dottore di ricerca e cultrice di diritto penale presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e di criminologia presso l’Università degli Studi di Salerno. E’ stata responsabile del gruppo Italia 112 di Amnesty International a Salerno. Tra i suoi lavori recenti: Profili di legalità e legittimità del diritto internazionale penale. Le fattispecie incriminatrici dello Statuto di Roma ed il problema dell’adeguamento interno (2013), Le indagini neuroscientifiche e genetiche nell’accertamento dell’imputabilità penale (2014) e A proposito del libro di Piero Cipriano, Il manicomio chimico. Cronache di uno psichiatra riluttante, 2015 (in corso di stampa)

DARIO STEFANO DELL’AQUILA
Vive e lavora a Napoli. La sua attività di ricerca si concentra sui temi della marginalità, della libertà e del potere. Per circa dieci anni componente dell’Osservatorio nazionale sulle condizioni della detenzione, ha scritto, tra gli altri, per il Manifesto e per Napoli Monitor. Ha scritto Se non ti importa il colore degli occhi. Inchiesta sui manicomi giudiziari (Filema, 2009) e Cronache da un manicomio criminale (Edizioni dell’Asino 2013) assieme ad Antonio Esposito, con il quale ha anche curato il volume di Assunta Signorelli Praticare la differenza. Donne, psichiatria e potere (Ediesse 2015).

JORGE DENTI
Italo-argentino, nato a Buenos Aires il 27 maggio 1943. Regista e produttore di cinema e televisione, ha studiato in Argentina, Francia e Italia e vive in Messico dal 1978. Fondatore del “Colectivo de Cine del Tercer Mundo” (C3M), a Roma (Italia); produttore dell’Instituto del Tercer Mundo “Manuel Ugarte” de la Universidad Nacional de Buenos Aires, membro del “Cine de la Base” (Argentina); membro fondatore della “RAL” (Red de televisoras de América Latina). Ha lavorato per diversi produttori e televisioni d’Europa e America come la RAI Italiana, TSI (Svizzera), Channel Four TV (UK), IMEVISION, INCINE, Canal 22, TV UNAM, Canal 40 (México) e Canal Encuentro, Canal 7 (Argentina). Ha collaborato con organismi internazionali come UNESCO, UNICEF, OIT, ACNUR. Ha prodotto più di 100 documentari per il cinema e la televisione, per il notiziario cinematografico ALA (una serie culturale composta da 28 capitoli per cine e TV) e più di una decina di serie televisive di fiction, di storia e di cultura, in Argentina e México, per la serie Argenmex. Ha ricevuto decine di riconoscimenti e premi tra i quali si segnalano il Coral di Avana (Cuba), il Salvador Toscano (México), premio Bilbao e San Sebastián (Spagna), il Giulio Verne (Francia); la Colomba d’oro, Lipsia (Germania), il FIPRESCI a Oberhausen (Germania), il Festival Schermo di Cristallo (8 premi su 14 nominations), Nomination ai premi Ariel 2014 come miglior documentario México 2013, Premio alla carriera ad ATLANTIDOC 2013, Uruguay, ed altri. La sua opera Juan Gelman y otras cuestiones fu scelta come il film ufficiale del Premio Cevantes 2008. Durante l’XI Festival dei Diritti Umani di Buenos Aires, Argentina, gli fu dedicata una retrospettiva come omaggio alla carriera, durante la quale furono presentate alcune delle sue opere. Nel 2013 gli è stata dedicato un omaggio, durante il Festival della Memoria e del documentario ibero-americano, con l’assegnazione del premio Zapata per la sua carriera di documentarista, in cui furono presentate 20 opere distribuite in varie giornate.

ANTONIO ESPOSITO
Antonio Esposito, libero ricercatore e giornalista, si occupa dei temi inerenti la marginalità e l’esclusione sociale, in particolar modo di psichiatria, migrazioni, razzismo. Autore di diversi saggi e pubblicazioni, ha curato i volumi A distanza d’offesa (2010), Carta straccia. Economia dei diritti sospesi (2011) e Come camaleonti davanti allo specchio. La vita negli spazi fuori luogo (2013) tutti per Ad est dell’Equatore. E’ coautore, con Dario Stefano dell’Aquila, del libro Cronache da un manicomio Criminale, Edizioni dell’Asino (2013)

ELEONORA FANARI
Di origine sarda, è una ricercatrice cooperante che risiede attualmente a New Delhi. Dopo una laurea in Lingue e Letteratura Hindi dall’università di Napoli, l’Orientale, si specializza in scienze sociali Indiane alla Jawaharlal Nehru University di Delhi. Negli ultimi anni, collaborando con diverse organizzazioni locali, si è occupata dei diritti dei dalit e degli adivasi, studiando i fenomeni di discriminazione e esclusione sociale nella società Indiana.

JOHNATAN FERRAMOLA
Emiliano e viaggiatore, praticamente un Chatwin in pantofole. Giornalista e autore radiofonico per Popolare Network e RadioRai3, collaboratore della ONG COSPE dal 2003 in diversi progetti di comunicazione e produzioni multimediali, consulente di comunicazione per la Regione Emilia-Romagna. Dal 2007 fondatore e direttore artistico del Terra di Tutti Film Festival. Lo trovate su twitter: jferramola

SIMONA FRAUDATARIO
Lavora per il Tribunale Permanente dei Popoli dal 2006, in contatto diretto con gli attori sociali e gli esperti promotori delle sue principali sessioni. Ha realizzato missioni in America Latina e Asia, in particolare in Colombia, Messico, India, Cambogia, Indonesia. Grazie questo lavoro e alla sua attività di ricerca, ha partecipato in diversi seminati internazionali in Colombia, Argentina, Brasile, Belgio, Italia. Ha curato la seconda edizione del libro La Carta di Algeri di François Rigaux (Edizioni Gruppo Abele, 2012), è curatrice e autrice del libro Colombia entre violencia y derecho. Implicaciones de una sentencia del Tribunal Permanente de los pueblos (Ediciones DesdeAbajo 2012) e autrice, insieme ad altri esperti, del libro Memorie di repressione, resistenza e solidarietà in Brasile e in America Latina (Ediesse 2013). Ha partecipato come ricercatrice sul ruolo dei popoli nelle sessioni del Tribunale Russell II al progetto promosso di recente dalla Fondazione Lelio e Lisli Basso ISSOCO e il Ministero di Giustizia del Brasile.

MICHELE GIUSEPPONE
Nato a Genova nel 1984. Ha studiato Lettere e Filosofia al DAMS di Imperia. Lavora da diversi anni come videomaker dopo aver fatto diverse esperienze professionali sia nell’ambito cinematografico sia in quello teatrale. Attualmente, è impiegato part-time in un’azienda genovese, per la quale svolge il lavoro di videomaker e nel tempo libero segue progetti propri. Uno di questi è stato proprio la realizzazione del film documentario sulla storia di Zelenkovac e del suo fondatore, Boro.

ANNETT HENNEMAN
Attrice e regista teatrale di origine olandese, vive da anni a Volterra. E’ la fondatrice e animatrice del Teatro di Nascosto – Hidden Theatre di Volterra.

ULKA MAHAJAN
E’ un’attivista Indiana originaria del Maharastra, impegnata nella lotta per il diritto alla terra. Laureata nell’ instituto Nirmala Niketan a Mumbai, Ulka inizia da subito, alla fine degli anni 80, a lavorare con le popolazioni tribali del Maharastra, in particolare con la tribù primitiva dei Katkaris, di origine nomade. Una tribù che è stata sistematicamente sfruttata nel corso dei decenni e ridotta ad uno stato di miseria e servitù. Nell’urgenza di agire per cercare di migliorare la loro già critica situazione, nel 1990 Ulka fonda la Sarvahara Jan Andolan (SJA) – Movimento per il proletariato- con lo scopo di organizzare i Katkaris e creare una identità politica per la loro affermazione sociale. Al centro della lotta del movimento SJA vi è l’opposizione all’acquisizione arbitraria di terre fertili da parte dei giganti dell’industria, quali la Reliance Company, Jindal, Tata, ecc. Ulka Mahajan, con il suo movimento SJA, ha ricoperto un ruolo fondamentale nella lotta contro la costruzione di un imponente “progetto di sviluppo” dato in appalto alla Reliance LTD, che prevedeva la costruzione di un’immensa autostrada tra Delhi e Mumbai occupando un territorio pari a 5.700 ettari e sfollando circa 50.000 persone. Grazie alle immense attività di protesta, il progetto è stato sospeso dal governo nel 2011, lasciando però una situazione tesa in cui interessi economici e sociali ancora incombono sulla vita dei piccoli agricoltori. Ulka inoltre collabora con l’organizzazione no-profit SRUTI, e la rivista indiana Tehelka.

ROMA MALIK
E’ una ricercatrice e attivista, nata nella zona rurale dell’Uttar Pradesh. Laureata in sociologia e giornalismo alla Delhi University, Roma inizia fin dai primi anni ’90 a indagare sulla crescente emergenza sociale dell’India, nel processo di allineamento con l’idea di sviluppo economico occidentale e l’idea di progresso, nel nome della modernità. Si occupa nello specifico del diritto di rivendicazione e amministrazione delle risorse naturali da parte dei popoli autoctoni abitanti delle foreste. Vice Segretario Generale del All India Union of Forest Working People (AIUFWP), Roma nei lunghi anni di attivismo politico si è battuta per assicurare la rappresentanza delle minoranze (adivasi, dalit) nelle politiche decisionali del governo Indiano. Roma continua a impegnarsi nella lotta per i diritti della terra, rafforzando iniziative locali e unioni di lavoratori, e supportando le lotte di dalit e adivasi contro la violenta azione di acquisizione terriera e sfollamento forzato, operando principalmente nelle aree forestali dell’India centrale, quali Uttar Pradesh, Jharkhand, Madhya Pradesh, Chattisgarh and Bihar. E’ inoltre coordinatrice del Human Rights Law Center (HRLC) nel distretto di Sonbhrada, UP, e lavora nel Segretariato Generale del New Trade Union Initiative (NTUI). Roma Malik è stata recentemente arrestata come leader
del movimento contro la costruzione della Diga Kanhar nello stato dell’Uttar Pradesh, con l’accusa di azioni “anti-nazionaliste”. La sua scarcerazione è avvenuta pochi giorni fa.

MARIO e STEFANO MARTONE
Mario e Stefano Martone, dopo la laurea con lode rispettivamente in fisica e scienza biologiche, hanno realizzato lavori di documentazione sociale e antropologica in Bosnia, Sud America, Palestina e Libano. Dal 2006 al 2010 hanno coordinato corsi di realizzazione video nei campi profughi palestinesi del Libano. Sono tra gli autori del documentario NAPOLI 24, prodotto da Indigo Film e presentato al Torino Film Festival 2010. Lucciole per lanterne (2013), ambientato nella Patagonia cilena, è stato riconosciuto di interesse culturale dal Mibact e presentato in più di 70 festival in 25 paesi, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Il loro ultimo lavoro “DERT” dedicato alla Bosnia del dopo Srebrenica, sarà presentato in anteprima all’VIII Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli.

FEDELE MAURANO
Psichiatra, è il Direttore del Dipartimento di Salute mentale ASL Napoli 1 Centro.

IARA LEE
Iara Lee, brasiliana di origine coreana, è un attivista, regista, fondatrice del Network Culture of Resistance. Nel 2010, ha pubblicato un lungometraggio documentario intitolato CULTURE DI RESISTENZA, che esplora come la creatività contribuisce alla prevenzione e risoluzione dei conflitti. Come estensione del suo impegno per le questioni affrontate nel film, ha anche fondato il Network Cultures of Resistance, un’organizzazione che promuove la solidarietà globale, sostiene gli sforzi per assicurare la pace e la giustizia sociale, e riunisce artisti e innovatori di tutto il mondo. Iara ha anche continuato a produrre e dirigere documentari. Nel 2012, ha pubblicato un documentario chiamato “SUFFERING GRASSES: QUANDO GLI ELEFANTI COMBATTONO, È L’ERBA CHE SOFFRE” che esamina il conflitto siriano attraverso l’umanità dei civili che sono stati uccisi, maltrattati, e sfollati nello squallore dei campi profughi. Nel maggio 2010, Iara è stata a bordo della Mavi Marmara, una nave nel Gaza Freedom Flotilla che è stata attaccata in acque internazionali dalla marina israeliana, azione che portò alla uccisione di nove operatori umanitari. Tra le tante persone che hanno registrato gli eventi su quella nave, il suo equipaggio è stato l’unico a nascondere e proteggere la maggior parte delle riprese del raid, che ha poi rilasciato al mondo dopo una proiezione presso le Nazioni Unite. Iara si dedica al sostegno dei civili palestinesi che sono stati vittime di crimini di guerra commessi dai militari israeliani e che soffrono per gli atti di punizione collettiva messi in atto dal governo israeliano. All’inizio della guerra in Iraq nel 2003, Iara ha deciso di viaggiare e vivere nella regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa), per comprendere meglio il conflitto. Pur risiedendo in Libano nel 2006, ha vissuto in prima persona il bombardamento israeliano di 34 giorni di quel Paese. Mossa da questa esperienza, da allora si è dedicata alla ricerca di una pace giusta nella regione ed è un sostenitore entusiasta delle iniziative conformi al diritto internazionale nel far rispettare i diritti umani. Dal 1984 al 1989 Iara è stata ha prodotto l’International Film Festival di Sao Paulo del Brasile. Dal 1989 al 2003 ha fatto base a New York, dove ha diretto la società mediatica Caipirinha Productions, creata per esplorare la sinergia di diverse forme d’arte, Iara ha diretto documentari e lungometraggi, tra cui Syntethic Pleasures, Modulations, Architettura, e Sotto il Burqa. Iara è membro del Consiglio Internazionale della National Geographic Society ed è stata per lungo tempo sostenitrice di Greenpeace, Amnesty International, e molte organizzazioni in tutto il mondo. Attraverso la rete Cultures of Resistences si collega e collabora con attivisti, agitatori, educatori e artisti per costruire un mondo più giusto e pacifico attraverso la resistenza creativa e l’azione nonviolenta!

DOMENICO LUCANO
Sindaco del Comune di Riace (Reggio Calabria), paese di circa 2000 abitanti, eletto al terzo mandato nel 2014, ha ottenuto il terzo posto come miglior sindaco del mondo (World Major), nel 2010, con la motivazione di essere un “Gandhi dei nostri tempi”. Dalla fine degli anni 90, ha sperimentato e perfezionato nel suo paese, al centro di un’area d altissima concentrazione criminale, un sistema di ospitalità sostenibile per rifugiati che è un esempio di convivenza multiculturale unico, che oggi riesce a comprendere fino a 400 persone. Grazie al suo impegno umanitario e istituzionale, il borgo antico di Riace è stato completamente ristrutturato ed è oggi un laboratorio multietnico che attira giornalisti e registi da tutto il mondo. Di lui il grande regista tedesco Wim Wenders ha detto che “la vera utopia non è il crollo del muro di Berlino, ma quello che è stato fatto a Riace”. E’ anche fondatore di “Riace in festival”, un festival cinematografico che fa parte della Rete del Caffè Sospeso e si svolge tutti gli anni in estate.

VERA MAONE
Vera Maone (Napoli, 1936) ha insegnato materie storico-letterarie nelle scuole medie e negli istituti tecnici. Dal 1990 si occupa di fotografia. Ha pubblicato Bagnoli – Lo smantellamento dell’Italsider (2001), 99 Scatti (2011), Saline (2012), MadriFiglie (2014). Con Vittorio Marmo ha curato il volume “Il circolo di cultura Francesco De Sanctis” (Napoli, 2011). Come editor, oltre che come amica, ha seguito la stesura di “Passaggio a Trieste” (1999) di Fabrizia Ramondino, e la pubblicazione della raccolta di poesie Per un sentiero chiaro (2004). Con Fabrizia ha visitato il Centro Donna di Trieste, fondato e diretto da Assunta Signorelli.

ANTONIO MANCO
Regista napoletano, classe 1980, vincitore del Napoli Film Festival del 2012 con “Resistenza Artigiana”, nel 2013 si trasferisce a Buenos Aires per seguire il fenomeno della “Garganta Poderosa”, una redazione giornalistica composta da bambini che costruisce una rivista dal cuore di una delle favela più povere della capitale argentina, ricevendo riscontri significativi nel Paese e in tutto il Sudamerica. Da questa avventura e dalla tragica fine di Kevin Molina, un bambino di 9 anni che muore in una delle baracche colpito dal fuoco dei narcotraficantes, nasce un film “Ni un pibe menos”, che racconta le condizioni di vita in cui versa un pezzo significativo di umanità, nelle periferie delle grandi metropoli sudamericane, una lezione di solidarietà e di dignità di una comunità che chiede giustizia al resto della società, un esempio che trova eco anche nelle metropoli occidentali.

PAOLO MIGGIANO
E’ autore del libro “Ali spezzate. Annalisa Durante. Morire a Forcella a quattordici anni”. Salentino di Minervino di Lecce, vive a Caserta e lavora a Napoli. Laureato in Scienze dell’Investigazione, con master in Criminologia ed uno in Valorizzazione e gestione dei beni confiscati alle mafie, è giornalista pubblicista e scrittore. Per molti anni elicotterista della Polizia di Stato. Responsabile dei progetti editoriali della Fondazione Pol.i.s., già membro della Direzione nazionale dell’Associazione CittadinanzAttiva e degli Organismi di rappresentanza dei lavoratori della Polizia di Stato. Tra i suoi libri: Morire a Procida; I nuovi modelli di sicurezza urbana. L’esperienza della Regione Campania; Qualcun altro bussò alla porta. Dario Scherillo e altre storie di persone vittime della violenza criminale; A testa alta. Federico Del Prete: una storia di resistenza alla camorra.

SERGIO MOCCIA
Sergio Moccia, Professore ordinario di Diritto penale presso l’Università di Napoli Federico II, Direttore della rivista Critica del Diritto, Vicepresidente dell’Associazione italiana dei professori di diritto penale (AIPDP), ha pubblicato, tra l’altro “Carpzov e Grozio – Dalla concezione teocratica alla concezione laica del diritto penale”, 1979; Politica criminale e riforma del sistema penale, 1984; Tutela penale del patrimonio e principi costituzionali, 1988; Il diritto penale tra essere e valore, 1992; La perenne emergenza, 1995; La “promessa non mantenuta”, 2001.

LIVIO PEPINO
Già magistrato, è stato presidente di Magistratura democratica e componente del Consiglio superiore della magistratura (dal 2006 al 2010). Nel 2010, lasciata la magistratura, ha assunto la direzione delle Edizioni Gruppo Abele di Torino. Da sempre si occupa di diritti, di devianza, di disagio e di movimenti sociali. Nell’ultimo decennio ha seguito, in particolare, il movimento No Tav, contribuendo alla costituzione del Controsservatorio Valsusa, di cui è presidente. Condirettore della rivista Narcomafie, ha scritto, da ultimo, Forti con i deboli (Rizzoli, 2012), Non solo un treno… La democrazia alla prova della Valsusa (con M. Revelli, Edizioni Gruppo Abele, 2012) e Come si reprime un movimento: il caso Tav (Intra Moenia, 2014).

UMBERTO PIERSANTI
Nato ad Urbino nel 1941, poeta, una delle figure maggiori della letteratura italiana del XX secolo. Piersanti debutta nel mondo della letteratura con La breve stagione nel 1967 all’età di ventisei anni. Da allora nel corso della sua ultra decennale carriera ha pubblicato, oltre a diverse raccolte poetiche, testi di saggistica e anche opere di narrativa. È presente in diverse antologie italiane e straniere e tra i premi che hanno coronato la sua carriera meritano menzione: il primo premio per la Poesia al Premio Nazionale Letterario Pisa, il premio Camaiore, il premio Penne, il premio Caput Gauri, il premio Insula Romana e inoltre il Mastronardi, il Piccoli, il Frascati. Nel corso dell’anno 2005 fu uno dei candidati per il Premio Nobel per la Letteratura. Attualmente è il direttore della rivista di letteratura contemporanea e creatività Pelagos. Umberto Piersanti è anche autore di tre romanzi, L’uomo delle Cesane (Camunia, Milano, 1994), L’estate dell’altro millennio (Marsilio, Venezia, 2001) e Olimpo (Avagliano, 2006). Ha realizzato un lungometraggio, L’età breve (1969-70), tre film-poemi (Sulle Cesane, 1982, Un’altra estate, Ritorno d’autunno, 1988), e quattro “rappresentazioni visive” su altrettanti poeti per la televisione. Tre testi filmici L’età breve, Nel dopostoria e Sulle Cesane insieme a numerosi interventi sulla sua opera cinematografica, sono usciti nel volume Cinema e poesia (Cappelli, Bologna, 1985) a cura di Gualtiero De Santi.

ELEONORA PUNTILLO
Eleonora Puntillo napoletana dal 1938, laurea in Filosofia nel 1960(pergamena pagata e mai ritirata) e subito cronista dell’Unità quotidiano del Pci. Venti anni dopo passa a dirigere la cronaca di Paese Sera dove rimane come inviato fino alla sciagurata chiusura del 1989. Dopo altri10 anni di lavoro giornalistico in varie testate, si dedica ai saggi biograficostorici (Felice Ippolito e l’atomo, Jeanne Caròla Francesconi e la cucina napoletana, Carlo Angelo Talamona e l’architettura di Capri, etc) e prosegue le avventure sotterranee raccontate in “Grotte e caverne di Napoli” (quattro edizioni) nonché in “Catastrofi innaturali” storia delle voragini cittadine e dei responsabili sempre impuniti. Il suo archivio ha consentito la diffusione sul WEB, ad opera dell’associazione Lux in Fabula, della più documentata storia sulla tragedia del bradisismo a Pozzuoli,attualissimo monito su quello che si deve evitare in tema di protezione civile e governo del territorio.

FEDERICA RAMACCI
Giornalista. Scrive di politica italiana e internazionale. Ha realizzato reportage e interviste in Medio Oriente, Europa, America Latina e Nord Africa, occupandosi in particolare di violazioni dei diritti umani, migranti e rifugiati. È tra gli organizzatori della rassegna sui diritti umani Il Mondo di Sopra ed è caporedattrice dell’Atlante delle Guerre.

VALENTINA RIPA
Ricercatrice di Lingua e Traduzione Spagnola presso l’Università di Bari Aldo Moro. Le sue ricerche, di ambito ispanistico e catalanistico, investono anche la letteratura della memoria e il cinema dei diritti umani. Ha recentemente coordinato con Alessandro Rocco il panel “Cine y derechos humanos en América Latina y El Caribe” all’interno del convegno internazionale Literatura y Derechos Humanos (Gargnano del Garda, 2015); collabora con il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli dal 2008, anno della sua prima edizione e ha partecipato nel 2009 alla “Ventana Napoli” del Festival de Cine de Derechos Humanos DerHumALC.

ALESSANDRO ROCCO
Ricercatore presso l’Università di Bari Aldo Moro. Si occupa di letteratura e cinema, con attenzione alla cultura latinoamericana e in particolare a quella messicana. Recentemente ha pubblicato Gabriel García Márquez and the Cinema: Life and Works, ha coordinato con Valentina Ripa il panel “Cine y derechos humanos en América Latina y El Caribe” all’interno del convegno internazionale Literatura y Derechos Humanos (Gargnano del Garda, 2015) e ha partecipato al Simposio Políticas de memoria presso l’Università di Santiago, a Santiago del Cile.

RENZO ROSSELLINI
Primogenito di Roberto Rossellini, regista italiano tra i più famosi e importanti, e Marcella De Marchis, costumista; è stato assistente di suo padre dal 1959 al 1970, collaborando anche con Michel Boisrond e Ferdinando Baldi. Nel 1962 ha girato uno degli episodi del film collettivo L’amore a vent’anni (con Shintar Ishihara, Marcel Ophüls, François Truffaut e Andrzej Wajda, film nominato all’Orso d’oro del Festival di Berlino) e poi alcuni documentari da regista (Il mondo sulle spiagge (1962), L’età del ferro (1964), La lotta dell’uomo per la sua sopravvivenza (1970), The World Population (1974). Nello stesso periodo risulta anche tra gli autori di altri film di taglio documentaristico e sociologico. Nel 1975 fonda Radio Città Futura, una delle principali radio libere italiane. Collabora ancora con il padre in ruoli più importanti per le sue produzioni televisive fino al 1977, producendo anche qualche film di Sergio Rossi, Maurizio Lucidi, Glauber Rocha, per poi fondare e rimanere Presidente della Gaumont Italia, ramo italiano della Gaumont dal 1977 alla sua chiusura. Durante questo periodo produce e distribuisce più di 100 film, cominciando da Prova d’orchestra (1978) di Federico Fellini (con il quale affrontò La città delle donne due anni dopo, e la ancora più impegnativa realizzazione di E la nave va nel 1983). In pochi anni la Gaumont Italia divenne la più importante casa di distribuzione cinematografica, laddove la produzione o la co-produzione erano una parte importante ma ridotta delle attività. Tra le altre cose, Rossellini fondò anche una Scuola di cinema (da cui provengono registi come Daniele Luchetti, Carlo Carlei, Antonello Grimaldi, e altre figure professionali, tra cui va ricordato Domenico Procacci). Rossellini ha anche fondato la Artisti Associati, con la quale si assicurò alcuni successi di distribuzione (tra cui 9 settimane e ½ di Adrian Lyne). Trasferitosi a Los Angeles, Rossellini si occupa ora per lo più di insegnamento (tra Italia, Stati Uniti e Cuba) ed è il presidente di diverse associazioni, tra cui la prestigiosa “Fondazione Roberto Rossellini”. Nel 2013 si racconta nel documentario Cinema anno zero diretto dal regista Michele Diomà. Un’opera in cui Renzo Rossellini ripercorre le principali tappe della sua carriera cinematografica, ma denuncia anche tutti i mali del cinema contemporaneo. Renzo Rossellini nel 2014 co-produce il film Born in the U.S.E. dedicato ai 120 anni della nascita del cinema e diretto da Michele Diomà.

SANDRO RUOTOLO
Ha iniziato l’attività giornalistica nel 1974, iniziando a lavorare per il quotidiano il manifesto, nel 1980 entra alla RAI, Radio televisione italiana, e sei anni dopo viene nominato inviato speciale per conto della sede RAI Campania. È corrispondente da Napoli per il TG2 e per il GR1. Nel 1991 lavora per il TG3, per tre stagioni televisive lavora a Mediaset con Michele Santoro, dal 1996 al 1999. Poi torna in Rai dove viene prima assegnato a Rai 1 e poi a Rai 2. Nel 1988 inizia la collaborazione con Michele Santoro, che continua tuttora. Diventa caporedattore e poi vicedirettore. Collabora a diversi programmi televisivi: Samarcanda, Il rosso e il nero, Tempo reale, Moby Dick, Moby’s, Circus (1999), Il raggio verde, Sciuscià (2001), Annozero (2006, 2007, 2008, 2009, 2010). Nell’ottobre del 2009, in corrispondenza di una inchiesta sui rapporti tra mafia e Stato e dopo aver intervistato Massimo Ciancimino, riceve una lettera minatoria in cui viene minacciato di morte. Nel maggio del 2015 viene messo sotto scorta dopo aver ricevuto minacce da Michele Zagaria, boss dei Casalesi, a causa delle sue inchieste sul traffico di rifiuti tossici in Campania.

LUISA RUSSO
Neuropsichiatra infantile, è referente per l’autismo della ASL Napoli 1 Centro.

FRANCESCO SFERRA
E’ Professore di lingua e letteratura sanscrita presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, dove ha insegnato per gli ultimi 18 anni. Le sue principali aree di competenza includono storia della religione, studi tantrici e la filosofia indiana del linguaggio. I suoi lavori includono l’edizione critica e traduzione del più lungo aagayoga di Anupamarakita con il suo commento di Ravirjñna (2000), il Sekoddesatika di Naropa (2006) e (insieme con H. Isaacson) il Sekanirdeapañjik di Rmapla (2014). È fondatore e condirettore della serie Manuscripta Buddhica (primo vol. 2008).

RENATE SIEBERT
Renate Siebert ha insegnato sociologia nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università della Calabria e fa parte del Centro Interdipartimentale di Women’s Studies “Milly Villa” dello stesso ateneo. Si è occupata di pregiudizio etnico e razzismo; di genere e generazioni nel Sud; di illegalità diffusa, violenza mafiosa, e del ruolo delle donne nei contesti mafiosi. Tra le sue pubblicazioni: Prefazione, in Assunta Signorelli, Praticare la differenza. Donne, psichiatria e potere, Ediesse, Roma, 2015. Voci e silenzi postcoloniali. Frantz Fanon, Assia Djebar e noi, Carocci, Roma, 2012.Il razzismo. Il riconoscimento negato, Carocci, Roma, 2003 Le donne, la mafia, il Saggiatore, Milano, 1994.

ASSUNTA SIGNORELLI
Assunta Signorelli, psichiatra, basagliana, femminista, ha partecipato alla chiusura del manicomio e alla costruzione della rete dei servizi territoriali di Trieste. Promotrice, con altre operatrici, di Centro Donna-Salute Mentale di Trieste narrata da Fabrizia Ramondino in Passaggio a Trieste. Ha diretto il DSM di Siena e di Trieste. Amministratrice Giudiziaria dell’Istituto Papa Giovanni di Serra D’Aiello esperienza narrata con F. Ramondino e R. Siebert In direzione ostinata e contraria. Collabora con la Comunità Progetto Sud e con l’Associazione Native Migranti “Trama di Terre”. E’ autrice del libro Praticare la differenza: Donne Psichiatria e Potere (Ediesse 2015)

ALBERTO SPAMPINATO
Giornalista parlamentare e consulente dell’OSCE e della Commissione Parlamentare Antimafia per la protezione dei giornalisti. E’ stato a lungo cronista politico e inviato dell’Agenzia Ansa e, prima, del quotidiano L’Ora di Palermo. Vive a Roma. E’ il direttore e il fondatore di “Ossigeno per l’informazione Onlus”, osservatorio promosso dall’Ordine dei Giornalisti e dalla FNSI. Ossigeno ha rivelato i nomi di 2500 giornalisti e bloggers minacciati in Italia (oltre 300 in Campania). Vedi www.ossigeno.info. Nel libro autobiografico “C’erano bei cani ma molto seri” (Melampo, 2014) Alberto Spampinato ha ricostruito, l’assassinio di suo fratello Giovanni, anch’egli giornalista, ucciso in Sicilia mentre faceva il suo lavoro.

CORNELIA ISABELLE TOELGYES
Nata a Darmstadt, Germania. Ho frequentato le scuole in Svizzera. Si è sposata con un medico italiano e ha vissuto in Nigeria prima a Lagos, poi a Port Harcourt. Trasferitasi nell’Etiopia di Mengistu vi è rimasta pochi mesi, quando Eritrea ed Etiopia erano ancora annessi, un unico Stato. Infine Angola, nel periodo della guerra civile. In una fredda notte di dicembre del 2010 è “inciampata” casualmente nel dramma del Sinai, mentre cercava notizie sul Darfur. Profondamente colpita dei prigionieri nel Sinai – per lo più eritrei – tenuti in stato di totale schiavitù dai loro aguzzini che per la loro liberazione chiedevano un riscatto altissimo alle famiglie. Nel mondo occidentale nessuno ne parlava, eccetto Don M. Zerai. Ha aperto un gruppo su facebook perché voleva parlare con altri del dramma del popolo eritreo. Da quasi tre anni collabora con il sito Africa-Express in qualità di freelance e vicedirettore. Si parla di Africa e si raccontano cose delle quali nessuno parla.

GIANNI TOGNONI
Laureato in medicina e chirurgia, conduce dal 1969 attività di ricerca clinica, epidemiologica e sulla salute pubblica in alcuni dei settori più critici della medicina, come cardiologia, terapia intensiva, neurologia, psichiatria, oncologia, pubblicandone i risultati in più di 600 articoli apparsi su riviste internazionali scientifiche prestigiose. È consulente dell’OMS per la selezione dei medicinali essenziali, membro fondatore della società internazionale per l’informazione indipendente, coordinatore di progetti di epidemiologia comunitaria in molti paesi dell’America Latina, dell’America centrale e dell’Africa. Dai tempi della sua collaborazione con il Tribunale Russell II ha avuto un ruolo attivo nel campo dei diritti umani e dei popoli. è Segretario generale del Tribunale Permanente dei Popoli dalla sua fondazione nel 1979.