È stato presentato il 15 novembre all’Istituto Artemisia Gentileschi di Napoli/Bagnoli l’Atlante dei Conflitti, realizzato dall’Associazione 46° Parallelo e giunto alla sua terza edizione. Con una platea di oltre 100 studenti, l’Assessore alla Scuola e all’Istruzione del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri; la Preside Luisa Peluso; Sabrina Innocenti, responsabile della sezione Scuola del Festival del Cinema dei Diritti Umani, il coordinatore del Festival, Maurizio del Bufalo e Federica Ramacci dell’Associazione 46° Parallelo hanno seguito e discusso il documentario “La Casa di Imad” di Raffaele Crocco ed Enrico Guidi.

Il dibattito si è focalizzato sui principali conflitti nel mondo e in particolare sulla rivolta dell’Africa mediterranea, in cui fondamentale è stato il contributo di giovani che hanno preso coscienza della reale situazione politica. Dalle riflessioni è emerso soprattutto l’interrogativo sul perché spesso le informazioni ricevute dai media non sono esaustive  e perché molte notizie su ciò che accade nel mondo non arrivano ai giovani. Federica Ramacci ha dunque raccontato la sua esperienza diretta di giornalista e documentarista in giro per il mondo, in particolare tra Africa e America latina, sensibilizzando gli studenti a uno spirito critico. Maurizio Del Bufalo si è invece soffermato sul tema dei minori vittime di violenze raccontando ai ragazzi anche il contributo che Emilio Garcia Mendez ha offerto al Festival nelle giornate precedenti, in merito alle pene comminate ai giovani. La Preside Peluso ha poi ribadito il valore del Festival per il suo contributo didattico e partecipativo verso le scuole. Sabrina Innocenti ha infine ricordato il valore della geografia e della necessità di analizzare i continui cambiamenti di una geopolitica che sconvolge il mondo e le regole sociali sotto la spinta dell’imperialismo economico, ribadendo la necessità di approcciare sempre a punti di vista differenti che si nascondono dietro le motivazioni dei conflitti.

La chiusura, affidata all’Assessore Palmieri, ha evidenziato la necessità dell’informazione per non avere una visione distorta delle culture, come quella islamica ad esempio correlando a tale “visione obbligata” l’impoverimento di una scuola come quella odierna, sempre più scarna di mezzi che rende gli studenti sempre più privati di occasioni di formazione e conoscenza. Da tali spunti, ha colto l’occasione per rinnovare il suo plauso al lavoro compiuto dal Festival.

L’Atlante è poi arrivato il giorno successivo al Suor Orsola Benincasa per la presentazione alla città.