Jacopo Frey e Nicola Gobbi

Quest’anno ricorre il ventennale della morte prematura di Alex Langer, pacifista, scrittore, uomo politico di straordinaria sensibilità il cui esempio è ancora attuale. Nato a Vipiteno (Bz) da padre ebreo austriaco e madre tirolese, misurò concretamente, già nell’ambiente familiare e locale, l’impegno di convivere in una realtà multietnica, multi religiosa, multiculturale e questo rimase il credo di tutta la sua vita. Il suo impegno ideale fu straordinario perché spaziò in moltissimi campi grazie alla sua notevole preparazione e singolare fu il suo progetto di costituire in Italia il Partito verde, convinto che il tema ambientale fosse la più grande sfida del futuro. Il suo desiderio di arricchire il mondo con le diversità di ogni genere si infranse davanti alla brutalità del conflitto dell’ex Jugoslavia, le cui atrocità furono, crediamo, tra le cause del suo suicidio. Affascinato dalla ricchezza che proviene dalla diversità, non ignorava affatto i rischi delle “piccole patrie”, delle identità nazionali e regionali con cui il Novecento ha dovuto fare, più volte, i conti e sognò sempre un mondo “globale” nel senso più nobile del termine, in cui ogni identità, se pur piccola, avesse uno spazio proprio, nel rispetto di tutti gli altri. La sua fiducia nelle prospettive dell’umanità ricordano, per certi versi, l’ostinazione di Primo Levi. L’appellativo postumo di “viaggiatore leggero” indica la sua capacità di saper rivolgere lo sguardo alle più diverse realtà di cui fu osservatore attento (Kosovo, Russia, Amazzonia, Messico, etc) e di intenderne i limiti, i valori, le prospettive. Si batté per gli ideali di convivenza e tolleranza e fu parlamentare europeo, con la lungimiranza che oggi gli è riconosciuta per avere intuito la crisi a cui l’Europa andava incontro, prevedendo la necessità dell’ospitalità e della convivenza e l’urgenza di un confronto culturale quotidiano, più serrato, con tutte le realtà circostanti. E Langer, a dispetto della sua scelta finale, non può essere definito in alcun modo un pessimista, persino il messaggio che lasciò ai suoi amici ha il sapore di un pacato insegnamento: “non siate tristi, continuate in ciò che era giusto”. Avere la convinzione della difficoltà che erano davanti alle scelte politiche degli anni 2000 non ha significato per lui arretrare o abbandonare la lotta, quanto piuttosto avere coscienza del compito arduo a cui, ancora oggi sono chiamate le classi dirigenti europee dalla complessità del problema, e del ruolo dirimente del diritto nel garantire la pace duratura.

Raffaele Crocco, giornalista RAI e direttore dell’Atlante dei conflitti e delle guerre, ricorderà Alex Langer mercoledì 11 novembre alle 9.30 alla Città della Scienza – sala Archimede –, via Coroglio 57, Napoli, nell’ambito del memorial per Srebrenica.

(fonte immagine : fumetto di Jacopo Frey e Nicola Gobbi)

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