“L’uomo multiculturale costruirà il mondo”, Sarajevo: Foto di G. Pisa

Istituita nel 2009 dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Giornata Umanitaria Mondiale, che si celebra ogni anno il 19 agosto, rappresenta un’occasione significativa per riflettere sull’importanza dell’azione umanitaria per alleviare e ridurre le sofferenze delle popolazioni in situazioni di emergenza e di crisi, di gravi violazioni e di conflitti armati, e per ricordare l’azione degli operatori e delle operatrici umanitarie che, nei diversi settori del loro impegno, ai quattro angoli del pianeta, intervengono per provvedere ai bisogni fondamentali e per garantire opportunità di sopravvivenza alle popolazioni colpite.

L’impatto dell’azione umanitaria, che continua purtroppo a rendersi necessaria a causa del moltiplicarsi di situazioni e di contesti di crisi e di guerra, ormai sempre più alle porte di casa, come le tante vicende del Mediterraneo, dell’Africa sub-sahariana e del Vicino Oriente, testimoniano, è stato ben messo in evidenza sin dalla risoluzione con la quale l’Assemblea Generale ha istituito questa ricorrenza, la risoluzione 63/139, la quale, in particolare, sollecita un più forte coordinamento e un più efficace intervento in risposta alle emergenze umanitarie e richiama tutti alla protezione dei civili in situazioni di crisi.

In particolare, istituendo nel 19 agosto la Giornata Umanitaria Mondiale, ricorda il bisogno di «concorrere ad aumentare la consapevolezza presso l’opinione pubblica sulle attività di assistenza umanitaria e sull’importanza della cooperazione internazionale in questo campo, nonché ad onorare il personale umanitario impegnato nella promozione della causa umanitaria e quanti hanno perso, in tal modo, la propria vita». In questa maniera, vengono riaffermati i principi, internazionalmente riconosciuti e universalmente condivisi, dell’azione umanitaria, quali, in primo luogo, i principi di neutralità, imparzialità e umanità, e, ovviamente, il principio dell’autonomia e dell’indipendenza nel fornire assistenza umanitaria.

Nel messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, per la Giornata Umanitaria 2017, si pone enfasi, soprattutto, su questo aspetto: crisi e conflitti continuano a rappresentare una seria minaccia per la protezione delle vite umane e la tutela dei diritti umani e un numero sempre maggiore di civili perde la vita, resta ferito o è costretto alla fuga a causa delle conseguenze delle crisi e delle guerre.

«I civili, compresi gli operatori e le operatrici umanitarie, continuano a sopportare il peso maggiore dei conflitti in giro per il mondo. Sono spesso attaccati e il loro accesso viene ostacolato, mentre le forniture umanitarie vengono spesso saccheggiate dalle parti in conflitto». Inoltre, «il risultato di queste crisi è il numero record di persone – più di 65 milioni di persone – costrette ad abbandonare le proprie case».

Lo stesso, recente, Rapporto del Segretario Generale sulla protezione dei civili in situazioni di conflitto armato (10 Maggio 2017) insiste sul fatto che «i conflitti armati continuano a devastare varie regioni del mondo e un numero sempre maggiore di persone ha bisogno di assistenza umanitaria e di protezione umanitaria. Circa il 97% dell’aiuto umanitario è destinato alle emergenze complesse, la maggior parte delle quali ha a che fare con conflitti armati. Su scala mondiale, oltre 65 milioni di persone sono state costrette alla fuga a seguito di guerre e conflitti, violenze o persecuzioni».

Rispettare il diritto umanitario e i diritti umani viene posta come condizione del lavoro umanitario e della protezione dei civili. Rafforzare la prevenzione dei conflitti armati e il peacebuilding e offrire tutela a profughi e rifugiati sono segnalate come priorità dell’azione umanitaria che deve coinvolgere non solo gli operatori umanitari ma anche gli Stati.

Quasi pleonastico ricordare come il Mediterraneo sia particolarmente esposto a questi fenomeni e come il rispetto dei diritti umani, la tutela della vita e della dignità delle persone e la tutela di quanti e quante hanno bisogno di protezione umanitaria non possano essere subordinati a esigenze altre, per quanto legittime, di ordine istituzionale o geopolitico. Con il noto slogan: «Tutti i diritti umani per tutti e tutte».