L’occasione del racconto della fine dell’ambasciatore Attanasio offre una straordinaria coincidenza al nostro Festival. Soltanto due anni fa la XII edizione fu dedicata a Mario Paciolla, giovanissimo cooperante napoletano trovato morto nella sua abitazione in Colombia mentre serviva una missione ONU con il compito di agevolare la pacificazione post conflittuale tra il Governo colombiano e le FARC, i gruppi ribelli armati che avevano insanguinato il Paese per molti decenni.

La giornata di Giovedi 17 novembre sarà quindi il momento per esaminare nei dettagli, con l’aiuto di avvocati, esperti giornalisti e amici, le condizioni in cui i due incidenti sono avvenuti, per mostrare il rischio a cui sono esposti tutti gli operatori di Pace e se e come è possibile sostenerli durante il loro lavoro o se, sfortunatamente, dovessero essere oggetto di atti violenti, come nel caso di Luca e Mario.

In entrambi i casi l’imputato principale è proprio l’ONU con i suoi sistemi di sicurezza che hanno mancato al compito loro assegnato. E per entrambi i casi sarà valutata la possibile evoluzione dell’azione giudiziaria e di tutela per le famiglie.

A raccontare i dettagli del caso Attanasio sarà Matteo Giusti, giornalista di Limes ed autore del libro “Morte di un ambasciatore”. Per Paciolla sarà l’avvocata Alessandra Ballerini a discutere del caso e dei suoi sviluppi, tra cui la recente richiesta di archiviazione proposta dalla procura di Roma per suicidio. I giornalisti Gianpaolo Contestabile e Simone Ferrari, entrambi collegati dall’America Latina, racconteranno le prove acquisite nell’indagine che hanno condotto in Colombia e il filmato di Valerio Cataldi (“Mario che costruiva la Pace”), giornalista RAI e amico di Mario, offrirà gli spunti di approfondimento alla discussione con la guida dello stesso autore che sarà  presente. Angelica Romano, copresidente di Un Ponte per, racconterà della esperienza della sua ong nei Paesi asiatici (Siria e Iraq) e del difficile lavoro del mediatore di Pace in regioni ad alta densità conflittuale.

La testimonianza dei genitori di Paciolla sarà di monito a tutta la città di Napoli e per le sue istituzioni, affinché il caso non rimanga impunito e affondato nei meandri della giustizia. Il Festival proporrà a tal proposito un’alleanza cittadina e regionale, tra istituzioni e società civile, per sostenere la memoria del giovane cooperante e la richiesta degli amici e dei familiari di conoscere la verità su questo caso che vede implicati i servizi di sicurezza delle le Nazioni Unite.