Venerdì 18 novembre è la volta della Palestina, ancora una volta caso di studio del Festival. Tra gli esempi più noti delle difficoltà con cui le missioni dell’ONU procedono nel mondo, particolarmente negli scenari mediterranei, c’è sicuramente la Palestina, popolo da sempre senza Stato, contrapposto allo Stato d’Israele che non esita a sottoporre il popolo palestinese, nei territori occupati e nelle colonie, ad ogni sorta di prevaricazione, minacce ed assalti armati. La situazione conflittuale della Palestina è ormai emblematica e luoghi come Gaza sono da sempre il simbolo della sofferenza e dell’apartheid. Il titolo della sessione di lavoro “UNO STATO POSSIBILE” è fortemente emblematico del tema trattato.

Ad introdurre l’analisi della situazione palestinese, che da un anno ha ripreso a peggiorare con numeri di vittime sempre più alti, sarà il film “Assomoud – house of the resilient children” che racconta la situazione di estrema difficoltà che vivono i palestinesi nei campi profughi del vicino Libano.

Ad analizzare il messaggio del film saranno Ilaria Masieri, cooperante di Terre des Hommes e Alfio Nicotra co-presidente della ong “Un ponte per”, accompagnati da Franco Dinelli di Pax Christi, un ricercatore del CNR che ha trascorso lunghi periodi in Palestina. Saranno loro ad interrogare via Streamyard la Rapporteur speciale dell’ONU per l’area palestinese, l’italiana Francesca Albanese, che ha redatto recentemente un apprezzato dossier sui possibili futuri scenari dell’area mediorientale, sostenendo che il neocolonialismo israeliano è il motivo dell’impossibilità del dialogo tra i due popoli e della mancanza totale del popolo arabo.

La dottoressa Albanese, peraltro, rappresenta in Palestina il Consiglio dei Diritti Umani, un’agenzia del Sistema ONU che ha sede a Ginevra e si avvale di numerose competenze esterne, provenienti, spesso, dalle società civili di tutto il mondo. In altri termini questa forma di collaborazione tra consulenti esterni e ONU offre un esempio concreto di come, in futuro, la società civile potrà ricoprire compiti sempre più importanti nell’ONU e realizzare, di fatto, l’integrazione dal basso che è una delle prospettive ipotizzate dal Festival di quest’anno.

La serata si concluderà con la proiezione di un film documentario, “Erasmus in Gaza”, che narra le vicissitudini di uno studente italiano di Medicina che ha vissuto nella città simbolo della Palestina martoriata il suo periodo di tirocinio. Chiara Avesani e Matteo Delbò, gli autori, saranno a Napoli per introdurre il loro film e rispondere alle domande dei presenti.