Quest’articolo della Garganta Poderosa è stato pubblicato all’indomani della partita di calcio  tra i rappresentanti del Barrio Zavaleta (Argentina, Buenos Aires) e quelli della Favela “Ciudad de Dios” (Brasile, Rio de Janeiro), un incontro simbolico che affratella le due periferie povere del SudAmerica. La favela “Ciudad de Dios” era stata al centro dell’omonimo pluripremiato documentario brasiliano del regista Fernando Meirelles (2002), che la Garganta ha voluto criticare per le immagini e la ricostruzione esclusivamente negativa che fa della favela brasiliana, bollandola come senza speranza, pericolosa e criminale. Uno sguardo diverso sulla realtà …

Campeon

COME CI HANNO INGANNATO, QUEL GIORNO AL CINEMA …

Niente arbitro, né guardalinee e neppure il lancio della monetina: piuttosto un regista in una nuvola di fumo.

Noi siamo tra coloro che hanno visto il film “Città di Dio”, quello spaccato sanguinante che racconta una favela senza voce. Anche a noi hanno somministrato quelle immagini da uno schermo vigliacco, “testimone” di una verità presunta, che non ha nulla a che fare con quella che oggi vediamo e viviamo. Quella falsa ricostruzione è crollata in meno di un minuto, durante questo  viaggio che non dimenticheremo mai, in cui non ci siamo mai stati visitatori, ma membri di una comunità che ci ha fatto sentire importanti.

Marciando come un’armata brancaleone, tutti con la maglia dell’Argentina, siamo scesi dai nostri quartieri di Buenos Aires per rendere giustizia delle opinioni meschine di chi racconta queste realtà con un solo occhio (il destro), per offrire al mondo il resto della visione negata, la nostra, quella di sinistra. Ladri, assassini, spacciatori e cretini sono replicanti di una visione stereotipata e cinematografica che cristallizza il mondo delle Villas e delle Favelas, moltiplicando all’infinito la lettura che ne danno i giornali e le tv. Ma, lontani da tutta questa cultura della morte, noi oggi abbiamo la fortuna di vivere la nostra storia vera, dentro questo “nostro” Mundial, sul prato di uno spettacolare confronto in cui tutto lo stadio brulica di popolo. Calpestando la terrà di Pelè, nel giorno del compleanno del Che, siamo usciti di casa con tamburi, fischietti e bandiere, per i vicoli di Santa Marta, cantando tutti insieme la stessa canzone: “Guarda guarda che pazzia, guarda guarda che emozion, oggi ti farem  vedere, ciò che la tv non mostrerà” .

E così è stato, grazie a Renè, perché Housemann non è stato solo il nostro allenatore ma è tornato a giocare, fino al punto che gli applausi hanno zittito l’altoparlante, nei momenti di maggiore tensione agonistica. E così, nel pieno della “zona a maggior rischio” , abbiamo vissuto una serata meravigliosa , al ritmo dei piedi battuti a terra, mentre cantavamo “Messi e Neymar, Messi e Neymar!”.

Se volete sapere com’è finita la partita, bello o brutto che sia il risultato, dovete aspettare che finisca il montaggio del filmato perché non vogliamo che si perda neppure un minuto di questa grande emozione.

Ma sappiate che fin dal mattino, in ogni momento, da ogni finestra e da ogni casa, cresceva a vista d’occhio il coro che salutava il corteo degli argentini, e alla fine un’invasione di gente del quartiere ha decretato la fine della partita, al grido di “El pueblo unido jamais serà vencido!”

Non ci sono parole per descrivere quello che abbiamo vissuto e per ringraziare la solidarietà e l’amicizia ricevuta dalla gente, mentre inneggiavamo all’unità e ci innamoravamo di questa Città (Rio de Janeiro) che Dio vorrà illuminare …

Ecco come ci ingannarono quel giorno che andammo al cinema …

La Garganta Poderosa dal Mundial del Brasile, giugno 2014