E’ partita dalla semplice costatazione che i Beni Comuni, così come li descriveva il prof. Stefano Rodotà nelle sue ricerche, sono indispensabile presupposto per la rivendicazione dei Diritti universali, l’idea di dedicare l’edizione 2021 de “I Giovedi” al lavoro della Società di Mutuo soccorso “Generazioni Future”, auspicando anche a Salerno la creazione di un nucleo della costituenda Rete Nazionale dei Beni Comuni.

La mancanza di una politica di gestione del verde comune, la necessità di fermare il consumo di suolo e l’emergenza inquinamento, che mette a repentaglio la vita dei residenti delle nostre città, ci hanno spinto a cercare un filo rosso che congiungesse Salerno a Napoli e al resto del mondo in cui più evidente è avvertita la necessità di fermare le conseguenze del modello di sviluppo industriale che sta facendo danni smisurati e mette a repentaglio l’equilibrio del pianeta.

Lo schema adottato dalle tre serate in cui si è sviluppata la rassegna salernitana (20, 27 maggio e 3 giugno), ispirata al Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, è stato semplice ma efficace. A partire da un film che ogni sera affrontava aspetti universali, si è addivenuti alla dimensione italiana e poi a quella locale con cui ci si è confrontati attraverso la presenza di testimoni ed esperti.

Nella prima sera (20 maggio, ore 18.00), il tema trattato è stato quello del verde pubblico, sorgente di salute e di tutela della memoria, partendo dal ricordo di Gezy Park, il giardino pubblico che il presidente turco Erdogan ha scelto come obiettivo della sua repressione durante la primavera turca del 2013. L’occasione l’ha offerta il valido documentario di Carlo Prevosti e altri autori, “Voices from Gezy Park”, e da lì si è rapidamente addivenuti al problema delle nostre città e agli esempi di co-gestione tra Istituzioni e cittadini e alla necessità di produrre anche a Salerno un programma di difesa del Verde contro le frane e gli smottamenti delle colline, per una coscienza ambientalista che accomuni istituzioni e comunità.

La sera del 27 maggio, ancora in collegamento on line, si è parlato di consumo del suolo e dell’impatto delle grandi opere sui piccoli centri. Due attivisti della Val Susa, Guido Fissore ed Emilio Scalzo, hanno portato la voce della comunità che da trent’anni si oppone al passaggio delle gallerie del treno ad Alta velocità, raccontando la lotta pacifica e la dura repressione delle forze dell’ordine, l’inutilità e il danno enorme che i lavori delle grandi opere possono arrecare all’identità e alla vivibilità di un luogo.  A riguardo, la senatrice Paola Nugnes ha illustrato la sua proposta di legge per il contenimento del consumo di suolo e la rigenerazione urbana, accompagnata dalle domande dell’arch. Fausto Martino e dell’avv. Oreste Agosto che hanno rappresentato, negli ultimi venti anni, la resistenza urbana e della società civile salernitana al dilagare del cemento. Il quadro emerso è decisamente preoccupante per la forza e l’influenza delle lobby del cemento sull’ambiente parlamentare italiano e per l’aumento del cemento nuovo sulle coste e nelle città.

La chiusura della rassegna, finalmente in presenza, la sera del 3 giugno presso l’Auditorium del Liceo “De Sanctis”, ha visto la proiezione di un film pluripremiato del 2019, “Stalking Chernobyl” di Iara Lee, che ha svelato l’attualità e il futuro della città di Chernobyl, distrutta dall’esplosione atomica della sua centrale, trent’anni dopo, tra bande di giovani guide che hanno fatto nascere un macabro turismo della memoria e il dolore di una comunità che non ha dimenticato il prezzo altissimo pagato ad un “errore” della scienza ufficiale. La conclusione della serata è stata affidata ai testimoni della Terra dei Fuochi, l’area inquinata da rifiuti tossici a nord di Napoli che sta lentamente disintossicandosi e lottando per la difesa della salute pubblica. Un raffronto, a distanza di tempo, tra due catastrofi frutto di un modello di sviluppo sbagliato che predilige il risparmio di tempo, l’ignoranza delle regole e il guadagno di danaro, alla salute delle persone e alla cautela. Una lezione per i giovani e per chi non ha dubbi e si affida completamente alla scienza e rifiuta il confronto con altre culture, un monito per chi crede che questo genere di catastrofi riguardino altri Paesi e non considera quanto il destino dell’umanità sia ormai indivisibile.

Questa riflessione in tre passi giunge in un momento di grande tensione sociale, nel Paese come nelle città, alla vigilia di una campagna elettorale per il rinnovo di alcune Amministrazioni locali, che necessita di una elaborazione politica quanto mai ricca di valutazioni globali e locali sull’ambiente e sul senso della cittadinanza attiva che si deve declinare, oggi più che mai, in termini di impegno personale per il dialogo con le Istituzioni per la tutela di ciò che resta del nostro Pianeta.