Un Festival che ha scelto il titolo di “PERSECUTED” per sottolineare il crescente accanimento giudiziario verso persone colpevoli di disobbedienza delle norme che intendevano segnalare, con la loro colpa, l’iniquità della legge, non poteva dimenticarsi di due dei casi giudiziari italiani più rilevanti dell’ultimo anno.

Dana Lauriola, attivista NO TAV, è agli arresti domiciliari per avere interrotto il servizio di pedaggio sull’autostrada A32 per alcuni minuti, durante i quali gridava le ragioni della protesta al megafono. Due anni di carcere comminati e sette mesi già scontati presso il carcere di Torino. Una pena gravissima per pochi minuti di protesta, ingigantita dalla durezza con cui magistrati e forze dell’ordine stanno infierendo contro chi protesta per impedire al progetto del Treno ad Alta Velocità di sfigurare la Valle di Susa, una voce tra le decine di migliaia che protestano per l’indifferenza del Governo Italiano alla richiesta di fermare un progetto costosissimo che non produrrà alcun beneficio né per il territorio né per la comunità nazionale.

Domenico Lucano è l’altra faccia della stessa medaglia. Accusato, in qualità di sindaco, di reati amministrativi molto discutibili e di immigrazione clandestina, ampiamente scagionato da qualunque accusa di peculato e interessi privati, è stato arrestato e condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi con ammenda di 700.000 euro per avere ospitato migranti nel suo paese, Riace, contravvenendo alle regole di assegnazione di appalti che aveva disatteso per impedire infiltrazioni mafiose. Una pena ammissibile per un assassinio, un procedimento sconfinato nel campo penale senza alcuna considerazione attenuante per l’importanza delle azioni prodotte a fini umanitari e per la grave compromissione del contesto sociale ed economico in cui versa da sempre la Locride, la regione in cui è collocato il comune di Riace e in cui Lucano conduceva il progetto di accoglienza SPRAR, un’area in cui molti altri simili progetti dedicati ai migranti sono stati vittima di ricatto mafioso.

Due casi impressionanti di violenza giudiziaria che colpiscono due persone completamente disarmate ed isolate, che nulla hanno a che vedere con le enormi lobby di potere contro cui hanno lottato, sostenute soltanto dal coraggio e dalla propria fede politica e spirituale. Due voci di protesta che hanno cercato di “umanizzare” la norma che li ha invece puniti molto duramente, privandoli della libertà per periodi lunghi e relegandoli a pratiche umilianti di isolamento, stritolando di fatto le loro vite e privandoli di affetti e relazioni esistenziali.

E’ fin troppo chiara la sproporzione tra il reato e la pena; emerge con chiarezza l’abuso di potere che è stato consumato ai danni di questi due cittadini a cui di certo non è mancato il coraggio nel denunciare le mancanze della legge, richiamandosi, nella loro disobbedienza, allo spirito costituzionale e al diritto di dissenso.

Entrambi saranno in collegamento col Festival durante la serata conclusiva per testimoniare lo spirito della difesa dei Diritti Umani a cui si richiamano e per dialogare col pubblico sul significato della manifestazione.

Nota: Le interviste a Domenico Lucano e Dana Lauriola saranno effettuate in streaming la sera del 20 novembre 2021 dalle ore 19.30 circa. La cerimonia di premiazione, così come le interviste, potrà essere seguita in diretta dalla pagina Facebook del Festival e in differita a partire dal giorno successivo, sulla piattaforma www.cinenapolidiritti.online.