UN “CAFFE’ SOSPESO” ALLA FINE DEL MONDO

Per il quinto anno consecutivo, una delegazione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli parteciperà al Festival de Cine de Derechos Humanos di Buenos Aires, portando storie, film e tradizioni della Napoli migliore.

Un rapporto moderno tra le culture e le comunità di due città dal cuore antico, nato dalla società civile, per indicare una via di uscita dalla crisi di valori.

Grazie al lavoro di decine di associazioni culturali riunite nella Rete dei Diritti Umani che sostiene il nostro Festival del Cinema, Napoli sta diventando, da 5 anni, punto di approdo di registi, testimoni, attivisti sociali di tutti i Sud del Mondo, che vengono a ricordarci le conquiste lente ma inesorabili che hanno portato a piccole e grandi vittorie degli uomini semplici, degli attivisti dei Diritti Umani, in tante parti del mondo, contro lo strapotere delle lobby finanziarie e dei governi autoritari. L’Argentina ci è sempre apparsa come un bell’ esempio di questa storia moderna di democrazia riconquistata e di lei parliamo volentieri. Per questo anche ora, nel pieno della crisi che attraversa l’Europa e l’Italia, abbiamo trovato il coraggio di andare a confrontarci con questo popolo che resiste e rifiuta le ricette del Fondo Monetario e si appresta a rinnovare il proprio Governo. L’occasione è, come sempre, il Festival de Cine de Derechos Humanos de Buenos Aires che sarà di scena dal 7 al 14 agosto prossimi nella capitale argentina.

Viaggiare da 5 anni in una terra così lontana (“alla fine del mondo” come l’ha definita Jorge Bergoglio) con i propri mezzi e senza nessun sostegno esterno, è una parte non trascurabile della missione che si è dato, dal 2008, il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, ispirato dall’associazione “Cinema e Diritti”. L’obiettivo è quello di trovare e far conoscere storie semplici e di speranza che ci mostrano la profonda similitudine che esiste tra le condizioni di vita delle periferie urbane e le forme di autoritarismo che umiliano le democrazie di tutto il mondo. E per farlo, diamo voce alle esperienze cresciute “dal basso”, sotto il segno della rete Human Rights Film Network a cui Napoli appartiene, insieme con altre 35 città del Mondo.

Quest’anno a Buenos Aires, forte anche del sostegno dall’Ambasciata Italiana e dall’Istituto Italiano di Cultura, c’è un’intera sezione del XV Festival de Derechos Humanos dedicata a Napoli, la “Ventana  sobre Napoles”, che vedrà film italiani e napoletani in vetrina, nelle migliori sale della capitale argentina, tra cui “L’intervallo” di Leonardo Di Costanzo, “Resistenza artigiana” di Antonio Manco e “Napoli 24”. Come annunciato, i film vincitori della V edizione del Festival napoletano, “Non ridere, non piangere, non giocare” di M. Losi, “Zavorra” di V. Mineo e “El Gigante” di F. Bruno, sono in programma nelle sale del centro città. A curarne la presentazione sarà Antonio Borrelli che dirige la sezione Concorso cinematografico del festival napoletano.

Di altrettanto spessore saranno le giornate dedicate agli scambi tra le scuole delle due città che vedranno alla ribalta alcuni film di giovani autori napoletani (“La strada di Raffael” di Alessandro Falco, “L’alfabeto del Fiume” di Giuseppe Carrieri) inclusi nel programma didattico che il Festival di Napoli ha portato nei quartieri durante l’ultimo anno scolastico, grazie all’impegno instancabile del Gruppo Scuola diretto da Sabrina Innocenti.

E non sarà da meno l’omaggio alle donne del carcere di Ezeiza che viene dalla Casa Circondariale di Pozzuoli, una riduzione del progetto teatrale “contaGIOIAmoci” ideato da Luciana Pennino, messo in scena due mesi fa con il contributo di alcune associazioni locali e ridotto e presentato in Argentina ancora da Sabrina Innocenti con l’assistenza di Maria di Pietro.

Ambizioso, infine, è il progetto di un documentario sui minori di strada che Giovanni Carbone e Antonio Manco proveranno a girare nelle “villas miserias”, le baraccopoli della capitale argentina, per raccontare ai ragazzi di Napoli come si vive senza arrendersi, inventandosi ogni giorno il proprio futuro.

E per finire, un caffè “alla fine del mondo”. Nel Paese reso ormai famoso dalla profetica frase di Francesco I, la delegazione partenopea non poteva portare che il meglio delle tradizioni solidali di Napoli, il Caffè Sospeso, l’antica usanza del nostro popolo che sta dilagando (anche per merito della campagna pubblicitaria avviata dal Festival di Napoli e dalla Rete di Festival Italiani che ne porta il nome) in molte città del mondo, simbolo della storia migliore del nostro popolo.

Questo ci è sembrato il modo più semplice e immediato per parlare di Napoli ai passanti, a tutti quelli che vorranno fermarsi a degustare un caffè. Spiegare in due parole e con un semplice gesto cosa vuol dire “donare” una goccia di umanità ad uno sconosciuto che vive nel bisogno, vedrà impegnati i rappresentanti della delegazione napoletana e dell’Instituto Hystorico de la Ciudad in una piccola cerimonia in uno dei bar più famosi della capitale, “la Poesia” in piazza Dorrego.

E’ bello pensare che questo gesto simbolico resterà nel cuore di tutti i cittadini “portegni” e nei modi del loro vivere quotidiano, come regalo sincero della gente di Napoli che non ha dimenticato cosa vuol dire la povertà. Dobbiamo ripartire da questa umiltà che è la parte migliore di noi stessi.

Cinema e Diritti

Per seguire le giornate della “Ventana sobre Napoles”, dal 7 al 14 agosto prossimi, consultare www.cinenapolidiritti.it