Diario da Buenos Aires – Sabato 10 agosto 2013

L’inverno australe sta offrendo ai numerosi incontri e appuntamenti della delegazione del Festival del Cinema e dei Diritti Umani di Napoli il suo profilo più mite.

Andare per la prima volta o fare ritorno all’ex Esma, il più famigerato centro di detenzione illegale e tortura dei tempi della dittatura militare argentina, costituisce sempre  un’esperienza emotiva molto forte.

Tuttavia, il pomeriggio di questo sabato portegno ci ha riservato una grande sorpresa.

Negli spazi di questa ex caserma che sorge in un parco lungo Avenida del Libertador, trasformati dalle Madri di piazza di Maggio in un centro propulsore dei Diritti Umani, oggi è prevista una sessione del “Festival De Cine De Derechos Humanos de Buenos Aires” interamente dedicata alle attività delle scuole.

Mostre fotografiche, proiezioni, dibattiti, animazioni teatrali e musicali ad opera di giovani dei quartieri di questa immensa capitale. Il colpo d’occhio all’arrivo è magnifico.

Centinaia di ragazzi sono assiepati davanti al padiglione dell’ex ESMA ribattezzato “Casa della militanza – HijOS”.

I grandi viali intorno risuonano del ritmo ossessivo dei giovani percussionisti della MURGA “Carlos Gardel” di Moròn mentre piccoli coloratissimi ballerini e ballerine danno saggio della bellezza elastica e festosa del movimento dei corpi.

“La vita si prende la rivincita sulla morte”, viene da pensare.

Un’orchestra sinfonica di 50 bambini esegue brani che anche qualche ingenuità esecutiva rende, se possibile, ancora più belli.

Dov’è il silenzio che gli aguzzini di una generazione , tra il ’76 e l’83, imponevano con violenza in luoghi come questo? Dov’è?

Semplicemente non c’è, la vita si è riappropriata di sale, viali, prati e degli edifici bianchi dai tetti rossi di questa ex scuola di morte.

Oggi si celebra la vita e la scuola che crede che l’arte sia un potente strumento di trasformazione sociale.

Essere qui è stato impagabile.

Giovanni Carbone