La terza edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani ha dimostrato come sia possibile fare spettacolo e dibattito di alto livello internazionale senza sprecare risorse pubbliche, ma frequentando la sobrietà.

Ciò che emerge con forza è che il mondo dell’associazionismo napoletano e campano ha bisogno di spazi legali e fisici e di coordinamento costante per aiutare le istituzioni a guidare la città fuori dalle sabbie mobili della illegalità diffusa e della corruzione.

Il mondo della scuola (media e universitaria) ha inoltre un bisogno sempre maggiore di introdurre nella sua offerta formativa gli aspetti di studio relativi ai diritti universali e della storia recente del mondo, così come non può trascurare di raccontare le dittature del Novecento e le guerre dimenticate. A tale proposito, il cinema dei diritti umani è uno strumento formidabile di attenzione e di descrizione.

Il Festival ci ha dunque aiutato a comprendere che Napoli può invitare periodicamente tutta la società civile del mondo a discutere dei suoi problemi e di possibili soluzioni, ma per tutto questo c’è bisogno di disegnare un futuro per la nostra iniziativa e trovare partner affidabili e sensibili.

Sarà la sfida dei prossimi mesi.

(Maurizio Del Bufalo)