L’idea di rintracciare e valorizzare un cinema d’ispirazione sociale che potesse aiutare nella comprensione delle disuguaglianze, delle ingiustizie, delle oppressioni che popolano il mondo, è stata fin da subito la leva sulla quale si è costruito questo momento d’incontro che è il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. In questi sei anni l’appassionato lavoro di progressiva scoperta di un certo modo di fare cinema si è rivelato col tempo senza limiti e senza confini, permettendoci di arrivare, grazie al racconto audiovisivo, praticamente in ogni angolo del mondo. Anche quest’anno la selezione tra gli oltre 130 titoli iscritti è stata complicata, sia per la volontà d’includere nelle sezioni ufficiali il più alto numero di opere che restituiscano allo spettatore una panoramica sempre più ampia e dinamica sulla realtà che ci circonda, sia per l’elevato livello di narrazione intercettato ed ormai raggiunto. Il segno tangibile che la strada intrapresa sia quella giusta sta anche nella presenza di diverse opere provenienti da alcuni dei principali festival di cinema mondiali. Tra le due sezioni di concorso sui lungometraggi documentari, Human Rights Doc, e sui cortometraggi, Human Rights Short, spiccano realizzazioni di ampio respiro con stili e linguaggi diversi, con sperimentazioni narrative e coraggiosi slanci, una sorta di caleidoscopio sia della complicata situazione dei diritti della persona in tanti posti del mondo, sia dell’articolato quadro di un cinema orientato al reale, il quale attinge con forza e a piene mani nelle storie della gente comune cercando di rispettarne con tatto la dignità.

Non è un caso che finalmente anche nel nostro paese il cinema che osserva il reale, il cinema cosiddetto documentario, stia conquistando spazi che merita già da tanto tempo e che potrebbero contribuire alla formazione di una coscienza diversa soprattutto per quanto riguarda le giovani generazioni. E’ anche per questo che il Festival continua ad insistere sulla platea sterminata di studenti universitari attraverso la presenza della “Giuria Giovani”, formata in collaborazione con gli atenei partenopei, che assegnerà una Menzione Giovani tra le due sezioni concorso e, per la prima volta, con una Menzione Speciale Studenti assegnata in via sperimentale ad uno dei cortometraggi della sezione Human Rights Short da studenti del Liceo Sugèr St. Denis di Parigi insieme a studenti napoletani.

Quest’anno, invece, le Giurie Ufficiali del Festival, composte in maniera variegata con figure provenienti dal campo cinematografico e con altre impegnate in prima linea in lotte per la dignità della persona, saranno due, una per la categoria dei lungometraggi documentari ed un’altra per quella dei cortometraggi ed avranno il compito di stabilire i due vincitori. Questi ultimi oltre a ricevere un contributo per partecipare al prossimo Festival DerHumALC di Buenos Aires, vedranno le loro opere entrare di diritto nella rassegna dedicata a Napoli (“Ventana sobre Napoles”), diventata un appuntamento fisso del festival argentino.

Per il terzo anno consecutivo, inoltre, il Comitato di Selezione del Festival, che da sempre svolge un lavoro certosino di visione, discussione e scelta dei film, provvederà all’attribuzione della Menzione Vittorio Arrigoni e Juliano Mer-Khamis, al film che con maggior coraggio e passione sarà in grado di raccontare donne e uomini in lotta per i loro naturali diritti.

Sede ormai storica e fissa del concorso cinematografica, grazie alla collaborazione fondamentale dell’Università Federico II di Napoli e del Coinor, è sempre il Cinema Academy Astra, luogo simbolo della popolazione studentesca napoletana, nel cuore del centro storico della Città.