L’abbiamo intitolata “PERSECUTED – Vite negate dagli abusi di potere” la tredicesima edizione del nostro Festival per ricordare che sotto tutte le latitudini del pianeta ci sono uomini e donne che soffrono per la protervia di chi non accetta opinioni diverse dalle proprie e non ammette che qualcuno possa contrastare i propri disegni di potere. Il XIII Festival inizierà il 10 novembre e si concluderà il 20, ma già dal 1 ottobre avremo un assaggio della complessità del tema che affronteremo quest’anno.

Le nostre riflessioni itineranti cominceranno dalla Colombia, dove un complicatissimo processo di pacificazione sociale non è ancora compiuto e, anzi, i tentativi di normalizzare la vita sociale spesso si infrangono davanti alle accelerazioni imposte dal potere, dai militari e dalla politica locale che prosegue a mantenere nell’incertezza il Paese. Il caso dell’operatore di pace Mario Paciolla, giovane cooperante napoletano al servizio delle Nazioni Unite, trovato morto un anno fa nella propria abitazione alla vigilia del rientro in Italia, ci ha costretto a prendere coscienza della drammaticità della situazione politica e sociale del Paese latinoamericano, lasciando intravedere oscuri scenari di competizione tra le forze in campo.

Il Festival ha voluto per questo riprendere il filo del discorso che era rimasto sospeso nella scorsa edizione e riportare l’attenzione in Italia oltre la cronaca, chiedendo a protagonisti della costruzione della pace di rispondere alle nostre domande. All’interno, anche, delle attività promosse per il 2021 dal movimento internazionale d’ispirazione gandhiana Jai Jagat, la Comunità di pace di San José de Apartadó – ben nota allo stesso Paciolla -, Operazione Colomba e la Rete di Solidarietà Colombia Vive parteciperanno per via telematica con i loro attivisti, esperti e testimoni, sotto la guida di Valentina Ripa, ricercatrice dell’Università di Salerno ed esperta di questioni latinoamericane, ad un esame della situazione attuale.

Le immagini di Daniele Cini e della sua “Febbre di Gennaro” ci riporteranno per un po’ nella Comunità di San Josè e poi di nuovo in Italia dove le parole di Alex Zanotelli concluderanno questo incontro e restituiranno il senso della nostra militanza e del nostro impegno per i Diritti Umani.

E’ un modo sincero di ribadire che il Cinema, la cooperazione e la cultura sono gli unici antidoti alla deriva del nostro mondo malato di egoismo. E darci appuntamento al Festival di novembre con il cuore pieno di speranza.