ONU: La pace (im)possibile
(Napoli, 16-26 novembre 2022)

La XIV edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli ha una missione molto complessa: riflettere sui motivi che hanno portato in crisi l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e offrire valide ragioni per il suo rilancio o, se necessario, esprimere un giudizio decisamente negativo e ritenere finita l’esperienza iniziata nel 1948 con la Dichiarazione dei Diritti Fondamentali dell’Uomo e con la costituzione dell’ONU.

Gli eventi dell’ultimo ventennio hanno infatti mostrato le debolezze intrinseche dell’ONU e, in occasione del recente conflitto russo-ucraino, sono risultate evidenti le crepe nel sistema decisionale che muove le scelte dell’Organizzazione.

Dagli anni successivi al Secondo Conflitto Mondiale, numerose sono state le aggregazioni internazionali create e che hanno minato l’autorevolezza dell’ONU; gli avversari più ostinati, poi, si sono rivelati gli “Stati vincitori” che, potendo usufruire del “diritto di veto” nel Consiglio di Sicurezza, hanno mantenuto il potere dirimente sulle questioni più importanti, spesso bloccando possibili soluzioni concordate tra più Stati. Di conseguenza, il multilateralismo ‒ vero e proprio motore della democrazia mondiale ‒, è stato immobilizzato e depotenziato, lasciando di fatto la strada libera a soluzioni di forza e quindi, a nuove guerre.

Il problema del funzionamento dell’ONU è quindi il problema centrale della Pace mondiale: se l’ONU non riprende, con autorevolezza, il ruolo che gli è stato assegnato, la Pace mondiale è a rischio e le ombre di un conflitto nucleare sono più vicine. L’esigenza di una riforma dell’Organizzazione, più volte ipotizzata, è ormai impellente e improcrastinabile e, se gli Stati hanno mostrato di non sapere superare la logica dei blocchi (siano essi due o tre o ancora di più) e l’Europa non è ancora sufficientemente autonoma per porsi come qualificato intermediario sullo scacchiere mondiale, si fa largo l’ipotesi di una “ONU dei popoli”, ovvero un consesso internazionale in cui le “società civili” che oggi pagano il costo più alto di questo squilibrio, potranno avere la voce che meritano, traguardando l’uguaglianza umana che resta l’obiettivo più ambizioso della nostra specie. Una prospettiva quanto mai complessa che sarà affrontata nel corso del XIV edizione Festival, attraverso l’esame di casi di studio geopolitici, di aspetti tecnici e strutturali e con l’aiuto di testimoni, esperti, protagonisti e di proposte concrete di intervento.